Nasce a Udine e la sua formazione culturale/artistica avviene tra l’Accademia di Belle Arti di Venezia e a Torino. Oggi vive e crea nell’ “officina della sua anima artistica “a Lignano Sabbiadoro, nel suo Atelier/Gallery, dove convergono privati, galleristi e altri stimatori di Lucia Sarto da tutto il mondo. L’artista friulana è difatti amatissima dal folto pubblico che ha potuto conoscerla e seguirla, attraverso le mostre in gallerie e musei prestigiosi dove ha ottenuto riconoscimenti da stampa e critica, sebbene il suo temperamento discreto dove non ostenta mai verso l’esterno tutto il suo talento e capacità espressive e tecniche, che la rendono unica. Da Vienna a Los Angeles, da Parigi a Francoforte, New York, Aquisgrana, Nagoya, San Giorgio di Portofino, Monaco, Tokio, Monreale, Firenze, Cefalù, Caccamo, Londra , Venezia a Sabaudia, Roma …queste sono solo alcune delle kermesse della carriera della grande artista Lucia Sarto, la cui attività che già è in corso da tantissimi anni non si ferma solo ad alcune mere visibilità del web in cui oggi l’arte resta talvolta intrappolata o illusa, ma nel tangibile riscontro di un successo concreto e visibile dal vivo.
Soltanto ammirando tutti i suoi cicli pittorici possiamo comprendere la complessità del suo impegno racchiuso nel segreto dei suoi risultati, dal floreale, al paesaggistico tra marine e campi, intriso di poetiche emozioni sensoriali al figurativo iperrealistico anche colto in un contesto paesaggistico come “La Turista” , “L’appuntamento”, ”Ponte Vecchio a Firenze”, “Caffè Florian” una sorprendente narrazione dei personaggi sintetizzata come in uno scatto fotografico alla Cartier Bresson: “qui-ora”! Così la tavolozza di Lucia Sarto si riveste di lirismi che creano da subito un’empatia con lo spettatore , dove in ogni opera coglie qualcosa che appartiene universalmente ai sentimenti o ai momenti fugaci della vita in cui ognuno si ritrova rivisitando un ricordo, un sogno, un desiderio, un “vissuto” di “quell’attimo” in modo intimistico. Così quando osservi una sua opera sai già che ti appartiene in qualche modo, e si è spinti a portarla con sè, come se nell’”Istantanea” visione ci riconoscessimo in un attimo , per pensare che quell’opera è “nostra”. Nell’ opera l’”Appuntamento”, i soggetti ad esempio non sono visibili in viso, non è ciò che deve essere messo in risalto ma l’invisibilità, il significato di un emozione, che in uno spazio brevissimo di gioia unica, condensa uno spazio precedente di una lunga attesa, un’ora , un giorno o molto di più…è pur sempre infinito. La coppia si incontra con abiti leggermente vintage, dove i tocchi del pennello e i colori caldi dei bruni, si contrappongono alle nuance sfocate della giornata invernale che è riconoscibile nello sfondo che in lontananza sfocato mostra qualche passante lontano dalla loro dimensione. I visi non appaiono al taglio dell’immagine (… non occorre mostrare agli occhi ciò che è visibile al cuore), il piede di lei sta alzato probabilmente è l’attimo del bacio che intuiamo (o…ricordiamo o desideriamo ) ma che non vediamo, indicando un linguaggio corporeo che narra del senso di vertigine: l’ ascesa quasi un “volo”( tutto è inteso ma non visibile). I due soggetti spostati a sinistra, quasi a ritirarsi intimamente da un lato del quadro, mettendo a fuoco solo l’essenziale. Nel variegato repertorio caratteristico è il paesaggio rappresentato da Lucia Sarto, colto nei suoi innumerevoli viaggi, dalla peculiare inquadratura di essenze decorative floreali, sino a inoltrarsi all’infinito dei piani in un susseguirsi di frasi liriche del suo “carnet di viaggio”che giunge all’apoteosi in “Isole Eolie”. Un tripudio cromatico dei glicini e dei violetti che degradano tra gli scogli e il mare, in un indicibile sensazione vibratile, che avvolge in una atmosfera di incanto, dove solo i fiori di campo che ci dividono dall’impossibile, pur se esistente, ci mostra il sublime luministico dei colori della meditazione che celebrano e invitano alla gioia della vita dalla sua sensibilità eletta. Momenti dei primi raggi di sole rubati ai bagnanti nella serenità sulla spiaggia tra giochi e luci riflesse, tra i luccichii delle onde a riva, le stesse di una passeggiata di una giovane mamma con i suoi bimbi sulla riva , elegante nelle vesti della sua dolcezza, porta un ombrellino come le bagnanti della Belle Epoque e in lei leggo una visione autobiografica dell’artista.
Dai campi di girasoli o papaveri, ai singoli mazzolini di violette appena raccolti che ancora profumano di rugiada del mattino, alle teorie di papaveri o calle che spesso ricoprono anche le stampe dei suoi abiti e accessori in pelle , sete pregiate e pelli stampate con una tecnica inedita, che vengono apprezzati in store di tutto il mondo. Nell’intensità delle sue atmosfere di sogno, anche in un paesaggio del sud , come nella “Veduta d’Amalfi”, riconosciamo la luce eterea e azzurrina velata del nord, tipica dei pittori veneti del vedutismo del ‘700 come Canaletto, ma in chiave interpretativa del tutto personale, fotogrammi istantanei di un paesaggio interiore unico che Lucia Sarto ci dona con grazia e altissima perizia tecnica.
Dott.ssa Francesca Mezzatesta storico e critico d’Arte